SCIA per locazione turistica a Roma
Prima di tutto per iniziare un'attività di locazione turistica a Roma si deve trasmettere, esclusivamente in via telematica,...
In alcuni casi, persino un capannone industriale è potenzialmente in grado, con interventi mirati, di cambiare completamente aspetto e destinazione, convertendosi in un ricercato Loft all’ultima moda.
Queste trasformazioni sono possibili sia che l’immobile in questione sia un edificio preso nella sua interezza, piuttosto che un singolo appartamento, più o meno grande, o addirittura anche solo una pertinenza dello stesso. Con questa guida vogliamo aiutarvi a capire quando è possibile effettuare il cambio di destinazione d’uso a Roma, e in che condizioni e come si deve fare, ovvero quali sono le autorizzazioni da richiedere, le pratiche da sbrigare e i costi da affrontare.
Vediamo però innanzitutto di comprendere cos’è una destinazione d’uso e quali sono le principali destinazioni d’uso previste dalla normativa vigente.
In urbanistica viene definita destinazione d’uso di un immobile l’insieme delle modalità e delle finalità di utilizzo di quel determinato manufatto edilizio. E’ bene sottolineare che, nel caso in cui, in un fabbricato o all’interno di una singola unità immobiliare, coesistano diverse destinazioni d’uso, viene normalmente assegnata quella che risulta essere prevalente in termini di superficie utile.
Da qualche anno a questa parte, il cosiddetto decreto Sblocca Italia, numero 133 del 12 settembre del 2014, ha proposto alcune semplificazioni in edilizia. Con esse ha definito il concetto di cambio di destinazione d’uso urbanisticamente rilevante, poiché alcune agevolazioni sono state introdotte per quei cambi d’uso che invece rilevanti non sono.
Puntualizzazione doverosa, su cui noto molta confusione tra i miei clienti, sta nella differenza tra catasto e urbanistica. Spesso mi viene richiesta un cambio di destinazione al catasto. Il cambio di destinazione d’uso a Roma avviene prima di tutto all’urbanistica chiedendo il “permesso” al comune. In una seconda fase aggiorno la parte fiscale al catasto. Ciò che mi permette o no di realizzare il cambio è la pratica urbanistica.
La normativa urbanistica indica 7 macro-categorie. Il vostro immobile ricadrà sicuramente in una di queste!
E’ importante precisare che, in caso di diverse destinazioni d’uso di un fabbricato o di unità immobiliare, si assegna quella prevalente in termini di superficie utile. Significa che se una unità è residenziale al 50,01% e al 49,09 a commerciale, allora trattasi di residenziale.
Altra cosa sono le destinazioni d’uso catastali indicate in visura catastale, la cui variazione avviene successivamente all’ottenimento in comune del “permesso”.
Definizione: cambio destinazione d’uso urbanisticamente rilevante, ogni forma di utilizzo dell’immobile o della singola unità immobiliare diversa da quella originaria, con o senza opere, che comporti il passaggio ad una diversa categoria funzionale, come sopra indicate. Se si resta all’interno della stessa categoria, non è un mutamento di tipo rilevante.
Ragioniamo al contrario. Il cambio di destinazione d’uso a Roma è sempre ammesso a meno che:
Ora, per proseguire, occorre aprire una parentesi. Gli interventi edilizi si classificano in:manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia e nuova costruzione. Ad esempio: sostituire le piastrelle del bagno ricade in manutenzione ordinaria, aprire una porta in un muro portante in manutenzione straordinaria etc….Il piano regolare indica fino a quale livello di interventi possiamo realizzare sulla nostra casa. Facciamo un esempio: edificio in centro storico, il PRG indica come intervento massimo la manutenzione straordinaria. Voi non potrete demolire e ricostruire il vostro stabile, perché è una categoria di intervento superiore!!
A ognuno di questi interventi è associata una diversa pratica da consegnare in Comune. E per il cambio di destinazione d’uso?
Arriviamo al nostro caso:
IMPORTANTE: IL CAMBIO DI DESTINAZIONE D’USO, ANCHE SE ATTUATO CON LAVORI DI MODESTA ENTITÀ O SENZA OPERE, SI CONFIGURA COME UNA RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA SOGGETTA A PERMESSO DI COSTRUIRE,PERCHÉ ALLA FINE DELL’INTERVENTO L’ORGANISMO EDILIZIO È DIVERSO DAL PRECEDENTE. IL CAMBIO D’USO, QUALUNQUE SIA L’ENTITÀ DEI LAVORI, PORTA SEMPRE ALLA RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA PESANTE.
Quindi, il cambio di destinazione d’uso ricade in RISTRUTTURAZIONE per cui occorre presentare in comune un permesso a costruire. Questo, a meno che, il cambio avvenga nella stessa categoria (vedi sopra), ad esempio da abitazione a studio professionale, per cui è possibile utilizzare la SCIA.
IL CAMBIO D’USO ALL’INTERNO DELLA STESSA CATEGORIA È INVECE SEMPRE AMMESSO. COSÌ, PER ESEMPIO, SI POTRÀ TRASFORMARE UN AFFITTACAMERE IN ABITAZIONE.
Fino a questo momento, abbiamo parlato del cambio d’uso dal punto di vista urbanistico: sarà necessario, però, effettuare una comunicazione di variazione catastale (aggiornamento). Tutto questo comporterà una modifica della rendita e della categoria, quindi tasse diverse da pagare (Imu, Tari, etc.)
Infine, prima di passare al nuovo utilizzo dell’immobile, bisognerà richiedere al Comune il Certificato di agibilità, a cui andranno allegati i certificati d’impianto, il certificato energetico APE etc. Quindi, per ottenere il passaggio, tutti gli impianti dovranno essere conformi alle normative in vigore.
Il cambio destinazione uso di un fabbricato ha per effetto il passaggio da una categoria funzionalmente autonoma dal punto di vista urbanistico ad un’altra e di conseguenza un differente carico urbanistico (diversi consumi d’acqua, carico nella fognatura, parcheggi etc.) , con la precisazione che lo stesso a volte avviene senza opere edili a seguito del mero mutamento d’uso.
Il cambio destinazione uso a Roma, anche se attuato senza la realizzazione di opere edilizie, comporta l’obbligo di corrispondere al Comune gli oneri di urbanizzazione ed in misura rapportata alla differenza tra quanto dovuto per la nuova destinazione rispetto a quella già in atto, allorquando la nuova destinazione sia idonea a determinare un aumento quantitativo e/o qualitativo del carico urbanistico della zona. Capito? Se in passato, per la destinazione attuale avete pagato 100 € in oneri, e con la nuova destinazione, in caso di nuova costruzione, avreste dovuto pagare 150 €, il comune vi chiederà solo la differenza pari a 50 €.
Quantizzare gli oneri di urbanizzazione è difficile, in quanto dipende dal tipo di passaggio e dal comune. Ogni comune ha i suoi criteri!!Adesso dovreste aver più chiaro cosa implica un cambio di destinazione d’uso…
Per quanto riguarda le fasi, il primo passo da intraprendere è contattare un tecnico il quale reperirà i documenti relativi all’immobile depositati presso gli archivi comunali; ad esempio permesso a costruire, concessioni, SCIA, agibilità etc.
Per far questo si procede con una richiesta di visura delle pratiche. Il comune di Roma, ad esempio, fissa un appuntamento entro tre mesi dalla richiesta.
Da questi documenti si potrà ricavare lo stato legittimo (ultima planimetria comunicata) e dopo il rilievo da parte del tecnico, quest’ultimo verificherà la regolarità urbanistica (assenza di abusi).
Una volta analizzata la regolarità, si passerà alla verifica dei requisiti igienico-sanitari dell’intervento e all’eventuale progettazione degli spazi, con la stesura del progetto per il cambio di destinazione d’uso.
Dunque i tempi sono dovuti più che altro al reperimento dei documenti dell’immobile.
La pratica per il cambio di destinazione d’uso prevede, inoltre, che gli impianti siano tutti a norma e dotati di regolare certificato di conformità.
Riuscire a generalizzare e quantizzare un costo è difficile in quanto le variabili sono molteplici. Quello che incidere nel cambio di destinazioe d’uso sono:
l’immobile non possegga le caratteristiche intrinseche obbligatori per legge. In particolare, a seconda del tipo di destinazione d’uso,bisognerà rispettare precise prescrizioni igienico- sanitarie. A titolo di esempio, gli ambienti residenziali devono rispettare delle superfici minime (bagno minimo 2,5 mq etc.) e rapporti aeroilluminanti (cioè il rapporto tra le superfici finestrate e quelle dei locali)……
Lo studio tecnico a Roma è a vostra disposizione per fornirvi tutti i servizi per le pratiche a Roma. Scrivici per preventivi e sopralluoghi gratuiti!
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